Investire al tempo del COVID-19

In una ricerca pubblicata ad Aprile da Preqin si descrive (o almeno si tenta di farlo) in che il COVID-19 stia impattando sugli investimenti e come gli investitori stanno reagendo.

I risultati riservano qualche sorpresa, soprattutto in ottica startup!

Come il virus ha impattato sul portafoglio degli investitori? Si prevedono conseguenze nel breve o nel lungo termine? Quali sono i settori più colpiti?

Sono stati coinvolti circa 110 investitori internazionali e questi sono i risultati.

Investimenti in riduzione

Gran parte degli investitori sta rivedendo i propri investimenti nel breve periodo.

La quota di investitori che ha intenzione di attuare nuovi investimenti nel 2020 si attesta intorno al 9%. Dato positivo? Non molto se si pensa che alla fine del 2019 l’asticella andava oltre l’80%.
Inoltre, il 59% degli intervistati ritiene addirittura di diminuire i propri investimenti.

Impatti solo nel breve termine!

Tutto nero dunque? Niente affatto!

Certo, c’è una comprensibile diffusa cautela tra gli investitori nel breve termine, ma il 63% degli intervistati non si aspetta un impatto duraturo sulla propria strategia di investimento di lungo termine in conseguenza del COVID-19.

Un interessante spunto di riflessione condiviso da molti investitori riguarda il fatto che cambierà il modo in cui saranno affrontati i deal: si passerà da un approccio classico, face to face, ad uno inevitabilmente più digitalizzato. Sarà importante valutare quanto e quanto gli investitori si affideranno agli strumenti digitali a disposizione.

Se ti interessa, noi di StartUp Legal abbiamo preparato una brevissima guida alla scelta delle più note applicazioni di video-call.

Non generalizzare è d’obbligo

Così come nelle cattive notizie, anche in quelle buone è importante non generalizzare e tenere a mente che l’impatto economico della crisi in corso non può, per sua natura, essere equilibrato. Nella ricerca, infatti, si evidenziano alcuni dei trend più rilevanti:

  • Immobiliare al dettaglio: sarà il segmento più penalizzato. Le ragioni non sono difficili da comprendere: a causa delle misure di blocco imposte dai governi, il settore ha subito uno stop forzato. Circa un terzo degli investitori ha dichiarato di voler evitare di investire in questo settore.
  • Logistica: in una posizione diametralmente opposta, naturalmente, ci si attende una forte crescita per il settore della logistica, per via del boom dello shopping online durante il periodo di quarantena.
  • Servizi sanitari: è certo che il COVID-19 poterà anche alcuni cambiamenti permanenti e il potenziamento dei servizi attualmente presenti sul mercato nonché lo sviluppo di nuovi e/o di innovative modalità di fruizione non potrà non avere un certo “appeal” sugli investitori.
  • Productivity Software: il lockdown ci ha costretti a rivedere, anche sensibilmente, le nostre abitudini. Non ultime quelle lavorative. La gestione del flusso di lavoro e della collaborazione tra team è diventata cruciale e il software giusto può rappresentare oro per aziende di tutte le dimensioni.
  • Online education: una delle cose che più difficilmente si riesce ad immaginare in questo periodo è come (e quando) potranno ricominciare le lezioni scolastiche e/o universitarie. La risposta, probabilmente, è che dovrà essere ripensato il mondo dell’educazione. Molti istituti di fama internazionale hanno già avviato ottimi progetti di digitalizzazione dei loro programmi.
  • Micromobility: molte persone saranno restie, almeno nel medio periodo, ad utilizzare i mezzi pubblici. Allo stesso tempo, molti gestori del trasporto non saranno in grado di fornire risposta efficace alle nuove esigenze dell’utenza: sicurezza e potenziamento del servizio. Molti utenti, probabilmente, preferiranno fare ricorso a metodi di spostamento alternativi. Le startup che riusciranno a fornirli avranno un buon bacino d’utenza!      

E gli investimenti in startup?

Nella gestione e chiusura di recenti investimenti in startup che assistiamo abbiamo inoltre assistito al così detto “venture crunch”, e cioè la contrazione della disponibilità ad investire degli investitori.

Ciò ha avuto due principali conseguenze nel fundraising a seconda dei casi:

  • Riduzione delle somme investite, con pesanti ricadute sulle tempistiche di realizzazione dei business plan (se non sulla fattibilità stessa);
  • Una revisione (al ribasso) della pre-money, con conseguenti “perdite” di equity da parte dei founder.

In tutti questi casi è stato fondamentale impostare una corretta negoziazione tra investitori e startup, in modo da consentire il raggiungimento di un nuovo equilibrio tra le parti con lo sguardo sempre rivolto all’obiettivo comune: la crescita della startup e la creazione di valore!

Vuoi sapere come funziona un round d’investimento? Vuoi sapere quali sono gli step da seguire per arrivare alla firma di un accordo con i tuoi investitori? Noi di StartUp Legal stiamo lavorando ad una breve guida al fund raising legal management: seguici sui nostri social (Facebook, Instagram, Linkedin e Twitter) e Contattaci per rimanere informato!